CASTELLI ROMANI. FIRMATO IL PATTO EDUCATIVO TERRITORIALE

Istituzioni, scuole e associazioni insieme per ricostruire legami inclusivi di comunità e dar spazio al protagonismo giovanile

Il 1 marzo 2022, in occasione della giornata contro la discriminazione, i sindaci dei comuni di Albano Laziale, Velletri e Genzano di Roma, nella splendida cornice della Sala delle Armi di Palazzo Sforza Cesarini a Genzano,  hanno siglato congiuntamente  il Patto educativo territoriale per il  contrasto alla povertà educativa nei Castelli Romani.

È con questa promessa di un nuovo inizio, con un impegno di comunità, che si è concluso un lungo percorso di collaborazione, partecipazione e condivisione, iniziato 3 anni fa nell’ambito del Progetto Tutti a Scuola (coordinato dal CSV Lazio, selezionato dall’Impresa Sociale con i bambini e finanziato dal Fondo per il contrasto della povertà educativa), per costruire una cornice comune in cui valorizzare, coordinare, integrare le azioni di contrasto alla povertà educativa presenti nel territorio.

I legami di comunità

«Un percorso molto partecipato in cui ognuno di noi è stato investito in maniera orizzontale… le istituzioni, gli enti associativi, gli enti di formazione, le scuole», ha dichiarato l’assessora Alessandra Zeppieri del Comune di Albano Laziale.

patto educatiov
Alessandra Zeppieri, assessora all’Istruzione di Albano Laziale, firma il patto educativo. Dietro, da sinistra, Giulia Ciafrei, vice sindaco di Velletri e assessora ai Servizi sociali, Carlo Zoccolotti, sindaco di Genzano, Massimiliano Borelli sindaco di Albano, Francesca Piccarreta assessora ai servizi sociali di Genzano

E ha sottolineato l’importanza del metodo adottato per la costruzione del Patto: «un Patto dinamico, frutto di una scrittura partecipata e di una strategia condivisa della  comunità educante di Albano, Genzano e Velletri; un patto aperto a tutti gli enti dei Castelli Romani, in cui  potranno entrare tutti coloro che condividono i principi, gli obiettivi e gli impegni che oggi andiamo a definire».

Un patto nato dalla necessità di ricostruire legami inclusivi di comunità e dar spazio al protagonismo giovanile.

«Abbiamo coinvolto e ascoltato i giovani, abbiamo cercato di vedere il mondo attraverso i loro occhi, metterli al centro e renderli protagonisti; di progettare non per loro ma con loro, offrire uno spazio di relazione aperto, che non sia una gabbia, ma un contesto di libertà, in cui noi adulti ci mettiamo a disposizione, ma anche in discussione per crescere e imparare insieme a loro. Questo è l’impegno che ci prendiamo oggi», ha concluso l’Assessora.

Tante proposte

Un patto educativo voluto fortemente da donne, come ha sottolineato la vice-sindaca di Velletri Giulia Ciafrei, compagne preziose, unite da una visione politica comune, che sono riuscite a dar vita ad un’alleanza territoriale molto forte, niente affatto scontata.

«L’emergenza pandemica prima, la guerra ora, ci stanno facendo capire sempre più che nessuno si salva da solo: per questo è importante uscire dai confini comunali,  per lavorare alla costruzione di un territorio unito, capace di costruire progettualità ampie», ha sottolineato la vice-sindaca: dar vita ad un PEG di territorio, ad esempio,  servizio di cui Albano Laziale al momento è propulsore, ma che sarebbe bello sia sostanziato da tutti i Comuni; una unità di strada per ogni periferia della provincia di Roma; spazi  autogestiti da giovani; scuole aperte al territorio; il “nuovo cortile” come modello educativo, in cui il  controllo sociale è esercitato da tutta la comunità, perché i ragazzi sono figli di tutti noi e noi siamo padri e madri di tutti  loro. «Noi abbiamo questo sogno», ha concluso la Ciafrei appellandosi a tutte le istituzioni presenti, «ma a questo sogno servono le gambe e noi chiediamo l’aiuto di tutti per farlo camminare».

In questo cammino, fondamentale è stato l’impegno anche della parte amministrativa delle istituzioni: «dei servizi sociali, dei dirigenti, perché senza di loro non è possibile rendere operative le scelte politiche», ha ricordato l’assessora ai servizi sociali del Comune di Genzano di Roma, Francesca Piccarreta, che, insieme all’assessora all’istruzione Giulia Briziarelli, sono le altre protagoniste di questo percorso. «Oggi più che mai», ha sottolineato la Piccarreta, «è importante inserire come principio fondante del Patto anche il diritto alla pace per i giovani e la nostra collaborazione continua anche in questo senso, con una mobilitazione per la pace, che si è svolta sabato  a Velletri con la partecipazione dei Comuni coinvolti nel Patto e le associazioni del territorio».

Lavorare insieme per la comunità educante

«Questo è uno spazio di confronto, un grande laboratorio territoriale, che ha grandi potenzialità ed in cui si è davvero sperimentata la co-programmazione, che è poi alla base della co-progettazione», ha voluto sottolineare Paola Capoleva, Presidente del CSV Lazio, che ha ricordato anche come nella provincia di Latina si sia arrivati alla sigla di un patto analogo e come il ruolo delle associazioni che lavorano con le nuove generazioni sia fondamentale.

patto educativo
Per il CSV, questo è un rande laboratorio territoriale. A sinistra, la presidente Paola Capoleva

Il CSV, attraverso i progetti di scuola e volontariato e attraverso il servizio civile, cerca non solo di valorizzare questo legame, ma soprattutto di creare contesti di cittadinanza attiva in cui i giovani possano sperimentarsi come cittadini responsabili. «La nuova sfida, ha concluso, è far resistere nel tempo questi luoghi di relazione: partire da ciò che ci accomuna e non da ciò che ci divide. La negoziazione va costruita con un preciso intento, un comune obiettivo: oggi l’obiettivo comune è costruire una comunità educante, dove al centro ci sono i giovani».

L’impegno di ciascuno, impegno di tutti

La giornata è stata arricchita dagli interventi di tutti quegli enti del territorio che sin dall’inizio hanno partecipato alla costruzione del Patto. Mirtella Bargiacchi, portavoce del C.I.Ca.R., ha sottolineato l’importanza del lavoro di rete;  Antonella Gullo, presidente dell’Associazione “Vedere Altrimenti”, ha ricordato come condividere i dati che riguardano le povertà educative nei territori sia fondamentale per capire su cosa lavorare insieme; Giacomo Tortorici, direttore del Sistema Bibliotecario dei Castelli Romani, ha riconfermato l’impegno delle Biblioteche a mettere a disposizione spazi e personale a sostegno di questo progetto e restituire alle Biblioteche quel ruolo di aggregazione sociale che soprattutto in questi ultimi anni di pandemia si  è andato affievolendo; l’impegno a sostenere il patto educativo è stato preso anche da Gianluigi Peduto, presidente dell’Ente Parco dei Castelli Romani, che ha ricordato il problema della povertà educativa legato all’immigrazione; Giorgio Ascenzi, direttore del Centro di Formazione Professionale Formalba, ha sottolineato come sarebbe importante rendere ordinaria questo tipo di concertazione ed avere un canale permanente di comunicazione tra enti educativi, associazioni e istituzioni, a partire dal tema dell’orientamento. L’importanza di un legame permanente con le istituzioni è stato sottolineato anche dal professor Morrone del CPIA 7.

Dare le gambe a questo sogno

A precedere la sigla del patto educativo da parte dei sindaci dei 3 comuni gli interventi dei Consiglieri regionali che insieme hanno preso l’impegno a dare le gambe a questo sogno. Un sogno che per la consigliera Marta Bonafoni deve partire «dal protagonismo dei ragazzi e delle ragazze, per dare loro voce, ascolto, fiducia, deve partire da una cessione di sovranità: urbanistica, sociale, culturale», in una cornice in cui «la scuola è comunità, è territorio, ma anche il territorio si fa scuola».

Un sogno che già inizia ad essere nutrito visto che, annuncia la consigliera Eleonora Mattia, una proposta di legge sui patti educativi di comunità è stata già depositata e, afferma il consigliere Daniele Ognibene, l’amministrazione si impegnerà a cercare le risorse per dare sostanza a queste iniziative, che hanno un valore inestimabile, proprio perché nate dal basso, dalla comunità, dal territorio e che proprio dal territorio traggono al loro forza.

Il CSV Lazio ha operato, in questo senso, una scelta molto precisa nell’orientare le tre annualità del Progetto Tutti a Scuola alla «Trasformazione partecipata dei territori come comunità educanti capaci di assumere programmaticamente, e di negoziare, metodi e strumenti di contrasto della povertà educativa, partecipando attivamente alla costruzione di nuove cornici istituzionali.»

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CASTELLI ROMANI. FIRMATO IL PATTO EDUCATIVO TERRITORIALE

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