ROMA. LO SCOUT CENTER E IL PIANO FREDDO DEL II MUNICIPIO

Un ostello, una cooperativa e un’amministrazione municipale danno vita a un inedito progetto di accoglienza durante l’emergenza freddo

In Largo dello Scoutismo 1, a Roma, sorge il Roma Scout Center, uno degli ostelli più grandi della Capitale. Nato 11 anni fa all’interno di un immobile di proprietà dell’Agesci, l’ostello, così come le tante strutture ricettive italiane, sta subendo la crisi dovuta alle restrizioni su viaggi e spostamenti per l’emergenza Covid.  Per questo motivo, quando è stato attivato il  piano freddo nel II Municipio, e quindi il progetto per l’accoglienza dei senza fissa dimora durante i mesi invernali, il team dell’ostello si è reso prontamente disponibile.

piano freddo nel II Municipio
Una delle stanze messe a disposizione degli homeless dal Roma Scout Center

«Il Municipio»,  spiega Massimo Galimi, general manger della struttura, «ha attivato questo bellissimo progetto a seguito della preoccupazione della presidente del Municipio Francesca Del Bello e dell’assessora alle Politiche sociali Carla Fermariello, per la sistemazione delle persone senza fissa dimora durante l’inverno, per questo, insieme alla Cooperativa Ambiente e Lavoro, ci siamo offerti come struttura d’accoglienza notturna. Il turismo sta vivendo un periodo tragico e per noi questa rappresentava una duplice occasione: da un lato offrire sostegno concreto a persone in difficoltà e dall’altro la possibilità di mettere in moto delle risorse che sono ferme in cassa integrazione e che altrimenti non avrebbero potuto lavorare.»

Il progetto

Il Roma Scout Center però è solo un dente dell’ingranaggio del piano freddo nel II Municipio. «Noi abbiamo messo a disposizione la struttura, mentre la Cooperativa Sociale Ambiente e Lavoro si occupa della parte relativa al vitto e alla procedure riguardanti il Covid, tra cui quella di effettuare il tampone agli ospiti per garantire l’accesso in sicurezza.»

piano freddo nel II Municipio
Il Roma Scout Center mette a disposizione 15 posti letto

Il progetto, partito il primo Febbraio, si concluderà alla fine di Marzo e mette a disposizione 15 posti letto in h15, dalle 18:00 alle 9:00. L’accesso al servizio è possibile tramite tre modalità: accesso diretto; invio dalla Sala Operativa Sociale e invio tramite i Servizi Sociali Municipali.

È aperto sia a donne che a uomini e gli ospiti vengono presi in carico dagli assistenti sociali, con la possibilità di intraprendere un percorso di reinserimento sociale. Ed è proprio su questo punto che questo modello vuole fare un passo avanti rispetto alla, seppur imprescindibile, sola accoglienza. Infatti, dal Municipio fanno sapere che le persone accolte hanno la possibilità, una volta alloggiate, di essere integrati in una rete d’inclusione.

La co-progettazione

«Noi siamo orgogliosissimi di questo nuovo progetto», sottolinea Carla Fermariello, assessora alle Politiche Sociali del II Municipio, «perché è il primo progetto a Roma che vede la disponibilità di una struttura ricettiva in co-progettazione con un ente gestore di servizi alla persona e in collaborazione con un’istituzione, per dare risposte alle persone che si trovano in condizioni di povertà estrema. Speriamo vivamente che, da questo bellissimo esempio di solidarietà, disponibilità e anche di coraggio, questo progetto pilota venga copiato da tante altre strutture ricettive a Roma. A oggi non ci sono altri esperimenti di questo genere quindi, siamo felici non solo di essere riusciti a dare una risposta all’emergenza freddo, ma anche perché questo può rappresentare un nuovo modello d’intervento. La struttura accoglie le persone in collaborazione con la cooperativa Ambiente e Lavoro in camere doppie e con bagni decorosi, dove non ci sono camerate in cui si dorme in 30 in una stanza.»

I ritardi dell’amministrazione comunale hanno allungato di molto i tempi di attivazione del servizio, poiché «a differenza dello scorso anno, le risorse economiche per quest’anno sono arrivate solo il 7 gennaio, il che ha provocato un ulteriore rallentamento nell’attivazione del servizio in quanto le procedure per l’affidamento hanno richiesto circa tre settimane», chiarisce l’assessora. «Inoltre il Municipio aveva avviato già a Dicembre un protocollo d’intesa con l’Esercito della Salvezza, che ha una struttura a San Lorenzo, e quindi in virtù di questo protocollo d’intesa avevamo già dato il via a una parziale risposta sul tema della seconda accoglienza nonostante le risorse non ancora disponibili. Non solo, a questo va aggiunto che a settembre ci eravamo fatti anche carico dell’accoglienza delle persone sgombrate quest’estate dal campo rom (Foro Italico ndr) tra cui 16 persone di etnia rom e di altre 16 persone di origine filippina.»

La buona prassi nata dalla collaborazione tra Municipio e realtà sociali locali traccia una strada che potrebbe fungere da guida per gli altri territori della Capitale, che ha visto morire finora 12 persone (ne abbiamo parlato qui). Se l’amministrazione e le strutture ricettive, con il sostegno del sociale, riuscissero a dialogare e a ragionare insieme in un momento così drammatico per tutti potrebbero dare risposte davvero concrete su più fronti.

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