LA LOTTA CONTRO LA CORRUZIONE SI FA DAL BASSO. IN DIECI PASSI
"Anticorruzione Pop" è un manuale che insegna a costruire laboratori e luoghi di lotta alla corruzione. Perché serve un movimento civico degli onesti
16 Luglio 2017
Anticorruzione Pop è un titolo provocatorio, ma il libro è molto serio. E, oltre che una riflessione, è una proposta concreta per quei cittadini che non vogliono arrendersi all’idea che “tanto sono tutti uguali”.
L’hanno scritto Leonardo Ferrante, di Libera, e Alberto Vannucci, professore di Scienza politica presso l’Università di Pisa, che avvertono: «qualsiasi cosa tu possa leggere, risulterà inutile se non riesci fin da ora a liberarti di un preconcetto: che la corruzione, e ancora di più l’idea che essa sia invincibile e irresistibile, sia iscritta nei tuoi geni, o nella nostra genesi umana o magari nell’immodificabile eredità culturale del nostro popolo e di altre genti ugualmente sfortunate».
Non è vero che “tanto sono tutti uguali”: questo pregiudizio serve solo a evitarci di dover fare scelte oculate quando andiamo a votare. Non è vero che la corruzione è inevitabile, anzi, «è semplice combattere il malaffare se sai come farlo», avverte il sottotitolo del libro.
Si può fare, ed è anche bello farlo, perché la corruzione non è solo un problema economico: distrugge le fondamenta della convivenza civile, corrode la fiducia, impedisce la trasparenza, rende schiavi di circoli viziosi da cui non ci si riesce più a liberare, scioglie il patto sociale.
PARTIRE DA SE STESSI. Nella vita quotidiana ognuno sperimenta che la vita personale e sociale è caratterizzata da tre realtà: il potere delegato («il potere che altri ci hanno dato di condizionare la nostre e le loro vite e che noi diamo loro allo stesso modo»); gli accordi sociali (quella miriade di accordi, resi necessari proprio dal fatto che siamo esseri gracili e incapaci di sopravvivere da soli) e l’essere immersi in una rete di scambi («non a caso tutte le società umane hanno usato la reciprocità dei doni e degli scambi per riconoscersi pubblicamente»).
Ognuno di noi si trova continuamente davanti un bivio: deve decidere come vivere e come usare questi strumenti, se per costruire un sistema corruttivo o se per costruirne uno trasparente e onesto. Ma deve sapere che la via della corruzione porta all’abuso di potere, al tradimento della fiducia che rompe il patto sociale e allo scambio occulto. E deve sapere che, proprio per questo, i danni che la corruzione porta con sé non sono solo economici, ma sono talmente invasivi da avere il potenziale di distruggere la comunità.
Anticorruzione Pop ci dice che l’altra via, quella alternativa alla corruzione, non solo esiste, ma è percorribile. Il primo passaggio è la resistenza individuale, che vuol dire non solo non cadere nel circolo vizioso della corruzione, ma anche tenere gli occhi aperti per riconoscerla attorno a sé.
L’UNIONE DEGLI ONESTI. Il secondo passaggio è la corresponsabilità che permette, insieme agli altri, di gestire il proprio potere delegato con correttezza e quindi di ricostruire fiducia. Ma permette anche di condurre una lotta attiva alla corruzione.
Non basta infatti dare testimonianza personale, occorre anche riuscire a inceppare i meccanismi della corruzione e per riuscire in questo serve un movimento civico. Come si legge nel testo, «se i corrotti fanno dell’unione la loro forza, gli onesti devono fare lo stesso».
L’idea è che nella battaglia contro la corruzione si può vincere soltanto insieme, grazie a un’azione popolare diffusa sul territorio. Ci sono strumenti che possono essere utilizzati per quest’azione popolare, anche se purtroppo sono poco conosciuti o a volte piuttosto complessi da utilizzare: diciamo pure, fuori dalla portata del singolo cittadino, ma “maneggiabili” da un gruppo che si organizza.
LE INIZIATIVE CI SONO. Nella società civile, d’altra parte, si possono rintracciare esperienze e progetti già attivi. Un esempio è Riparte il futuro, campagna di Libera e Gruppo Abele nata nel gennaio 2013, che dal 2016 è diventata un progetto di sostegno alle associazioni che decidono di fare advocay.
Un altro è Avviso Pubblico, un’associazione nata nel 1996 per collegare ed organizzare gli Amministratori pubblici che si impegnano a promuovere la cultura della legalità, e che ha pubblicato una Carta, un vero e proprio codice etico per una buona politica.
Ma, oltre a partecipare alle esperienze consolidate, chiunque può organizzarsi e aprire nuovi fronti nella battaglia degli onesti, per esempio, suggerisce il testo, dando vita a laboratori di raccolta civica di informazioni, seguendo il metodo illustrato nel manuale.
IL PROGETTO COMMON. Tre tappe e dieci passi: sono quelli che bisogna fare per diventare “cittadini monitoranti” e tutti insieme costituiscono la Bussola Common. Il manuale li illustra uno per uno, perché l’onesta è una virtù, ma è anche una celta culturale e un progetto, e quindi si impara.
Non a caso Anticorruzione Pop è parte d un progetto più ampio, il Progetto Common, all’interno del quale nel giugno scorso di è svola ad Avigliano la seconda Scuola Common, dove si studia, appunto, come fare anticorruzione dal basso, attraverso la partecipazione popolare.
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L. Ferrante, A. Vannucci
Anticorruzione pop
Edizioni gruppo Abele 2017
pp. 192, € 7,00