SLOTMOB, UN BAR SENZA SLOT HA PIÙ SPAZIO PER LE PERSONE

Un Manifesto, una lettera al Presidente Mattarella, colazioni di massa nei bar slot free. Slotmob non si ferma, ma serve un serio impegno politico

di Ermanno Giuca

Azzardopoli è assediata da un esercito con cornetto e cappuccino in mano. È SlotMob, una grande colazione di massa che premia quei bar che hanno detto no a slot-machine e gratta e vinci. Lo scorso 7 Maggio a piazza Re di Roma (e in contemporanea in 60 città italiane) piccole e grandi realtà della società civile hanno fatto squadra per chiedere alle istituzioni di mettere un freno a quella piaga sociale chiamata gioco patologico. Una piazza che alle slot o roulette ha preferito i biliardini, i colori, gli scacchi, i puzzle, le costruzioni, eccetera, spiegando a bambini e adulti che il gioco è innanzitutto relazione.
L’azzardo per l’Erario è un vitello d’oro. Secondo gli ultimi dati forniti dal sottosegretario all’economia Baretta, le entrate fiscali da azzardo per il 2015 sono state 8,7 miliardi, in crescita rispetto all’anno scorso. Solo il machine gambling (l’azzardo tramite macchinette) ha mosso più di 47 miliardi di euro. Ma accanto ai succulenti incassi c’è un costo sociale che lo Stato sopporta per assistere e curare i tanti malati patologici (compresi tra l’1% e 3% della popolazione italiana) che sono costretti a rivolgersi a strutture sanitarie dedicate. A questo si affiancano i numerosi atti di violenza avvenuti all’interno di quegli esercizi commerciali che detengono le macchinette. Molti sindaci si trovano costretti a legiferare con delibere che sfidano a viso aperto i poteri forti (le lobbies del gioco) mentre a Palazzo Chigi e Montecitorio tutto resta immobile.

Slotmob, bisogna regolamentare il gioco d’azzardo in materia di concessioni e pubblicità

A fronte di questo drammatico quadro, piccole e grandi realtà del sociale e dell’associazionismo hanno voluto dare un segnale alle istituzioni, premiando due baristi romani che hanno rifiutato nei loro locali le note “macchinette mangiasoldi”. E lo hanno fatto consumando in massa la colazione solo da loro. «Anni fa ce le avevamo», ci racconta Antonella, titolare di uno dei bar slot-free, «e ci accorgevamo che tanta gente veniva qui solo per giocare e spendere soldi: ed alcuni restavano qui dalla mattina alla sera.
I guadagni non erano altissimi perché una parte la riceveva il gestore, una parte noi, ma la più grossa parte lo Stato». Paolo, invece, ha aperto il suo bar in via Appia Nuova, tre anni fa e non ha esitato a dire di no alla concessionaria che gliele aveva proposte. «Che ci fosse un grande mercato», ci racconta Paolo, «lo avevamo capito dalle inchieste giornalistiche e dalle trasmissioni televisive che in questi anni hanno fatto luce sulla vicenda.

Slotmob
Roma, 7 e 8 Maggio 2016, Slotmob Fest. Il gioco sano è soprattutto relazione

Più volte sono venuti promettendoci ricavi aggiuntivi alle vendite del bar, ma non avevamo dubbi che avremmo recato un grande danno ai nostri clienti. E poi quando una macchinetta non funziona il primo con cui prendersela è il titolare o il personale! E noi non volevamo correre questo rischio».
Un bar senza slot ha più spazio per le persone. Questo slogan ha attraversato tutta Italia negli oltre 124 eventi organizzati in questi anni dalle associazioni locali autonomamente. Una battaglia culturale, ma anche un pressing politico su deputati e senatori affinché venga varata una legge che regolamenti il gioco d’azzardo in materia di concessioni e pubblicità. Durante la mattinata il movimento SlotMob ha anche presentato ai cittadini una lettera indirizzata al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, chiedendogli espressamente di intervenire sulla materia con un messaggio al Parlamento. «Con la scusa di legalizzare il cosiddetto “gioco” d’azzardo», si legge nella lettera, «i legislatori italiani si sono mossi come degli apprendisti stregoni trasformando il Paese in un casinò diffuso nel pieno della crisi economica e morale più dura del dopoguerra. Faccia valere la sua autorevolezza, anche con un semplice messaggio al Parlamento, incapace di agire in questo campo e al Governo che, sull’azzardo, dimostra di avere le idee confuse sul bene comune perché mette sullo stesso piano, in maniera contraddittoria, “le esigenze di tutelare la salute pubblica, combattere l’illegalità e dare un apporto all’erario”.
Il manifesto di SlotMob è chiaro quando chiede ai politici di «rimettere in discussione l’affidamento del settore dell’azzardo alle società commerciali, in gran parte transnazionali, che sono strutturalmente interessate a farne profitto». Un ennesimo primato europeo per l’Italia visto che per altri Paesi, i bar popolati di macchinette e gratta e vinci, non sono affatto una normalità. Poi dalla piazza sorge spontanea una provocazione rivolta a chi ci governa e che, pur sapendo di utopia, traccerebbe un percorso trasparente e affidabile: e se la gestione del gioco d’azzardo venisse affidata ad una non-profit?

SLOTMOB, UN BAR SENZA SLOT HA PIÙ SPAZIO PER LE PERSONE

SLOTMOB, UN BAR SENZA SLOT HA PIÙ SPAZIO PER LE PERSONE