UN PASTO AL GIORNO: LA DIGNITÀ DELL’UOMO PASSA ANCHE ATTRAVERSO IL CIBO

L'iniziativa solidale dell'associazione Papa Giovanni XXIII in 1000 piazze italiane, Lazio compreso, ci ricorda che molti sprecano, mentre molti hanno fame

di Flavio Mezzanotte

Anche il Lazio è diventato teatro dell’iniziativa “Un pasto al giorno”, presente in oltre 1000 piazze italiane, promossa dall’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII (APG23) con ben 30 postazioni nella regione. A Roma, nel weekend del 29 e 30 ottobre, il team di volontari ha scelto una piazza antistante la chiesa di S.Maria delle Grazie del quartiere Bufalotta, nel quadrante nord-est della capitale, per offrire alla cittadinanza un pacco di pasta da poco più di 100 grammi in cambio di un’offerta a sostegno di 41.000 persone in difficoltà.

un pasto al giorno
Il pacco di pasta è stato distribuito insieme a un “ricettario antispreco”

Uomini, donne e bambini che ogni giorno vengono sfamati in oltre 600 realtà di accoglienza (tra case famiglia, case per senza fissa dimora, centri nutrizionali) dislocate in 38 paesi del mondo. Un pacco di pasta, una vera e propria porzione, ovvero il pasto di un giorno: è questo il simbolo di speranza promosso dai volontari di APG23, che hanno anche consegnato un piccolo “ricettario antispreco” per far sì che da ingredienti di poco valore o solitamente scartati sulle nostre tavole possano rinascere in piatti sfiziosi. A tal proposito, Coldiretti ha recentemente calcolato che il valore monetario degli sprechi alimentari ammonta a circa 12,5 miliardi, di cui il 54% proveniente proprio dal consumo,  il 15% dalla ristorazione, l’8% dall’agricoltura e il 2% dalla trasformazione. Va da sé che «educare al consumo responsabile partendo dalle nostre abitudini in cucina è la chiave per creare una nuova cultura».

Un pasto al giorno: una metafora

Solidarietà, responsabilità e dignità, dunque, sono le chiavi per riequilibrare questo sbilanciamento, creando da un lato una nuova cultura del riutilizzo, e attribuendo dall’altro una dignità nuova sia a chi ha bisogno di aiuto sia a chi lo sostiene attestando un protagonismo attivo di entrambi e stabilendo tra loro una forte connessione: la fraternità.
«Anche attraverso il cibo si realizza la dignità dell’uomo, perché significa affermare e rispettare il diritto al cibo: uno dei diritti umani fondamentali», così ha affermato Giovanni Ramonda, responsabile generale della APG23, il quale si riconosce nel Pontificato di Papa Francesco, che più volte ha individuato nello spreco una chiave di lettura metaforica della nostra società. «L’eccedenza, la facilità di “buttar via” infatti, è sinonimo di indifferenze ed insensibilità, gli stessi atteggiamenti che portano all’emarginazione di tanti nostri concittadini, lasciati soli ad affrontare i problemi e le difficoltà della vita. Quel “pacco di pasta”, dunque, vuol essere il simbolo di un nuovo patto sociale, che consente di accrescere se stessi aiutando gli altri, per affermare il concetto di diritto al cibo». Le parole di Ramonda sono condivise da un’altra volontaria dell’associazione, Biancamaria Fracassi, che proprio in qualità di responsabile alla Bufalotta ha vissuto una due giorni molto toccante.

un pasto al giorno
Il vero valore dell’iniziativa sta nell’aver lanciato un messaggio di coesione sociale

Sul punto di essere annullata per la concomitanza con i tragici eventi sismici di questi mesi, l’iniziativa “un pasto al giorno” nascondeva un significato più profondo del solo distribuire cibo o ricettari sul consumo consapevole. Un significato svelatoci proprio dalla signora Fracassi, quando spiega che «la mancanza di coesione sociale, la diffidenza e la solitudine che percepiamo nei cittadini è preoccupante. Lanciare un messaggio conta più del denaro che raccogliamo». Ogni anno, al di là delle giornate organizzate presso il sagrato di S.Maria delle Grazie, Biancamaria si sente rincuorata nel ritrovare il contatto con le persone del quartiere, per non parlare dei bambini i quali, scoprendo di altri coetanei in difficoltà nel mondo, «ci hanno dato il loro contributo mettendo nella nostra mano adulta un soldino».
Un’iniziativa, dunque, che non può essere quantificata in dati e statistiche, poiché la coesione sociale e la solidarietà tra i cittadini ha un valore sconfinato.
Un pasto al giorno” è nato nel 1985, anno in cui l’APG23 aprì il primo centro nutrizionale all’estero, ovvero quando don Oreste Benzi si impegnò a trovare i fondi necessari per dare almeno un pasto al giorno ai bambini e alle persone che arrivavano al centro di Ndola ,in Zambia.

UN PASTO AL GIORNO: LA DIGNITÀ DELL’UOMO PASSA ANCHE ATTRAVERSO IL CIBO

UN PASTO AL GIORNO: LA DIGNITÀ DELL’UOMO PASSA ANCHE ATTRAVERSO IL CIBO