VOLONTARI, COMPAGNI DI VIAGGIO PREZIOSI DEL MALATO NEL FINE VITA

In un libro le diverse declinazioni del sostegno nel fine vita ed il ruolo fondamentale del volontario, fatto di vicinanza, ascolto, partecipazione emotiva

In un’epoca in cui i progressi della medicina allungano i tempi della vita, il percorso di  accompagnamento delle persone, entrate nella fase terminale della loro esistenza diventa un tema di stretta attualità, così come il legame tra volontariato e fine vita. In questo campo, infatti, svolgono un ruolo importante non solo gli operatori sanitari e socio-sanitari, ma anche le associazioni di volontariato.

Oltre a provvedere alle esigenze mediche del malato, infatti, occorre saper rispondere al suo bisogno di relazione, solidarietà e inclusione. Solo in questo modo si potrà tutelare la sua dignità. Il volontario si rivela spesso la figura più adatta a svolgere questo compito, attraverso l’attenzione, l’ascolto, la partecipazione emotiva e la vicinanza fisica alla persona malata.

Per operare nel campo del fine vita, però, è importante che i volontari, così come gli operatori sanitari, ricevano una preparazione adeguata. Con questo obiettivo è nato il corso di formazione regionale “Percorsi di fine vita. Umanizzare il morire nelle strutture sanitarie”, organizzato a novembre 2016 dalla ASL Roma 1, in collaborazione con l’Avo – Associazione Volontari Ospedalieri. Il corso ha affrontato i diversi aspetti etici, giuridici, emotivi e relazionali che caratterizzano i percorsi di fine vita, per sviluppare nei volontari che operano nell’area sanitaria e socio-sanitaria della regione Lazio una maggiore consapevolezza del loro ruolo rispetto al tema volontariato e fine vita.

I contributi dei docenti, intervenuti durante il corso, sono stati raccolti in un volume curato dal Cesv, presentato durante l’ultimo Salone Internazionale del Libro di Torino. Il libro raccoglie gli interventi di personalità laiche e cattoliche, quotidianamente impegnate nell’accompagnamento delle persone entrate nella fase terminale della loro vita.

Umanizzare il morire: volontariato e fine vita

«Ciascuno ha un diverso modo di affrontare la morte: c’è chi ha bisogno di prenderne coscienza e chi invece vuole ignorarla, chi sente il bisogno di parlarne e chi non vuole neppure pronunciarne il nome. In ogni malato si alternano poi fasi diverse: alcuni si lasciano andare, altri si disperano, c’è chi si deprime e chi invece si rassegna, chi reagisce con rabbia e chi vuole vivere con pienezza e intensità la sua vita, fino in fondo», scrive Carla Messano, Presidente Avo Lazio.

«In ogni caso, qualsiasi sia la fase e il sentimento provato, se al suo fianco c’è una presenza amica che sia in grado di aiutarlo, rispettando le sue esigenze e dandogli il supporto di cui ha bisogno, per questo essere umano tutto sarà meno negativo». Al volontario, che sceglie di accompagnare il malato nel suo percorso di fine vita, si richiedono particolari doti di sensibilità, forza d’animo, equilibrio. Questo perché, come si legge nel volume, per il paziente in fase terminale l’aspetto relazionale è quello che conta più di ogni altro. Il volontario, quindi, in questa fase diventa un vero e proprio «compagno di viaggio», che mantenendo l’attenzione centrata sulla persona e non sulla malattia, offre «il dono di una presenza delicata e discreta», per rendere quanto più possibile umana la condizione di chi si trova a vivere in uno «spazio di confine».

Un lavoro di equipe

Se è vero che il volontario svolge un ruolo fondamentale nei percorsi di fine vita, è importante considerare la sua funzione come parte integrante di una rete, una «equipe multidisciplinare» che opera attorno alla persona malata e alla sua famiglia e che include diverse professionalità, per offrire sostegno in tutte le aree (medica, assistenziale, psicologica e spirituale).

Il libro affronta questo tema nelle sue diverse declinazioni, definendo i compiti di chi opera nel campo del fine vita e tracciando un quadro delle problematiche che meritano di essere approfondite. Si parla ad esempio del dibattito in corso sugli aspetti etici e giuridici legati al fine vita, della necessità di rispondere al bisogno di fede e spiritualità manifestati dal malato, dell’urgenza di considerare gli aspetti multiculturali delle pratiche del lutto, quando ad essere accompagnata verso la morte è una persona originaria di un altro Paese. Questi temi rimangono aperti, in attesa di essere ripresi e sviluppati.

volontariato e fine vitaA cura di Filomena Murreli
“Percorsi di fine vita. Umanizzare il morire nelle strutture sanitarie”
pp. 108, distribuzione gratuita.
Disponibile anche online, su www.volontariato.lazio.it 

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