DANIELA E L’INGLESE CHE UNISCE LE GENERAZIONI

Ex modella, attrice, guida turistica, la signora Daniela ha quasi ottant'anni e vive nella Comunità alloggio Casa di Nino, a Roma. Il martedì insegna l'inglese ai bambini della Casa di Leda. «Così sono impegnata e cado di meno. E l’inglese prima lo impari, meglio è»

Quando entro nella Casa di Leda, casa protetta per donne detenute con figli minori, vengo accolta dalle operatrici, dai bambini, dalle loro mamme e dalla signora Daniela, una bellissima donna quasi ottantenne, ex modella, ex attrice, ex guida turistica. Daniela Fedtke è ospite della Comunità alloggio Casa di Nino, che accoglie da un anno una decina di anziani in un bene confiscato alla criminalità organizzata. Tutti i martedì pomeriggio, alle ore 17, insegna inglese ai bambini della Casa di Leda. «Ad una festa organizzata in occasione della celebrazione dei nonni, c’erano anche loro, i bambini, nostri “vicini di casa”. Io ho la fissazione che tutti debbano imparare l’inglese: prima lo impari e meglio è». La signora Daniela è di origine tedesca, da 50 anni vive a Roma, parla l’inglese, il francese, il tedesco, l’italiano. «Noi vecchietti, che non abbiamo più le possibilità economiche per vivere da soli in una casa a Roma, siamo ospiti della Casa di Nino. Ci sto molto bene, per me c’è solo un problema: non è collegata bene con i mezzi pubblici. Io ogni tanto vado nel centro di Roma, abitavo vicino Campo de’ Fiori. Questa città mi ha conquistato quando ci sono venuta per la prima volta a 16 anni, non potrei vivere in nessun’altra città. Il freddo non fa per me, in Germania non potrei più viverci».  Arturo, Aurora, Gibriel e Richard ripetono alcune parole in inglese che la signora Daniela, mentre parliamo, ripete loro. Hanno dai 2 ai 6 anni, uno di loro è attratto dal mio orologio, un altro mi chiede come mi chiamo. «È un modo per sentirmi utile, è la quarta volta che vengo il martedì a parlare inglese ai bambini. Mi accompagnano qui e mi riportano alla residenza, non devo attraversare il traffico di Roma. Dopo mezz’ora sia io sia i bambini siamo stanchi, sto pensando di venire due volte a settimana per mezz’ora, anziché il martedì per un’ora. Quello che esce dalla mia bocca a volte arriva ad un altro cervello, a volte non arriva e lo faremo arrivare next time».

Un’idea very good

Casa Di Leda
Ogni tanto i piccoli ripetono una parola che Daniela dice in inglese e lei dice loro “very good”

Ogni tanto i piccoli ripetono una parola che Daniela dice in inglese e lei dice loro “very good”. Sfogliamo insieme il suo libro “Spremuta di inglese”, scritto tanti anni fa. «Ci sono tutti esempi di come si possono riutilizzare le parole inglesi che già si conoscono, con tante parole che hanno due significati, a seconda di come si costruiscono le frasi. L’ho scritto insieme alle mie figlie quando mi sono accorta che, nelle scuole italiane, gli insegnamenti della lingua inglese sono pessimi». Casa di Leda accoglie donne madri con bambini, che sono sottoposte alla detenzione. «Il progetto è stato fortemente voluto dal responsabile settore Giustizia per la cooperativa Cecilia, Lillo Di Mauro. Il servizio è volto ad assicurare il benessere dei bambini e sostenere le madri nelle loro funzioni genitoriali, gestito in ATI (Associazione Temporanea di Imprese) con Associazione di volontariato A Roma Insieme, P.I.D. Pronto Intervento Disagio Società Cooperativa Sociale Onlus e Associazione Ain Karim», dice Maria Rosaria Genovese, coordinatrice della Casa di Leda. «In virtù dei diritti riservati ai bambini, per non dover crescere in carcere fino ai 3 anni e non dover interrompere il rapporto madre-figlio dopo i 3 anni, si ha l’opportunità di accedere alle strutture come questa per consentire ai bambini di stare con le proprie madri. La condanna deve essere relativa a reati per i quali ne è prevista la possibilità, deve essere massimo di 6 anni (oppure può superarli ma in cumulo con altri reati simili), quindi per reati quali, ad esempio, furti, spaccio entro certi limiti. La struttura può ospitare 6 nuclei familiari con bambini da 0 a 10 anni, è rivolta anche a donne in stato di gravidanza. Le richieste arrivano direttamente al comune di Roma, Asilo Savoia è l’ente che per la regione Lazio gestisce il finanziamento. La cabina di regia seleziona le richieste verso Casa di Leda o altre strutture che vengono dalle donne o dagli avvocati delle donne», continua Genovese. Le lezioni di inglese della signora Daniela coincidono con il pomeriggio della settimana dedicato ai laboratori. Mentre i bambini partecipano ai laboratori, Daniela parla con loro in inglese.

Valorizzare l’incontro tra generazioni diverse

«Questo progetto è nato in maniera casuale, alla festa dei nonni la signora Daniela, parlando con me, mi ha detto che purtroppo cade spesso, quando esce dalla Casa di Nino per andare in giro per Roma. Alla festa erano presenti i bambini della Casa di Leda, che interagivano con gli anziani residenti nella Casa di Nino. La signora Daniela mi ha detto che le sarebbe piaciuto andare a trovare i bambini, le ho proposto di andare a fare loro lezioni di inglese, l’idea le è piaciuta tanto», spiega Barbara Funari, Assessora alle Politiche Sociali e alla Salute del Comune di Roma. «Mi ha detto: “Sì, magari, così sono impegnata un po’ e cado di meno”. L’operatrice la prende e la accompagna al portone accanto e lei passa del tempo lì, con i bambini. È un’occasione per valorizzare un incontro tra diverse generazioni, come Assessorato alle Politiche Sociali stiamo ragionando se moltiplicare questi servizi in tutti i co-housing e case alloggio per anziani di Roma Capitale, per favorire gli incontri tra gli anziani e i più piccoli. È un’iniziativa nata per caso, in via sperimentale, si può pensare di attivarla come un servizio».

 

 

DANIELA E L’INGLESE CHE UNISCE LE GENERAZIONI

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